Ogni terza domenica di luglio, i veneziani celebrano la Festa del Redentore, istituita nel 1576 per segnare la fine della pestilenza che uccise più di 50.000 persone. Il Doge che governava in quel tempo, Alvise I Mocenigo, promise di costruire un’imponente chiesa per ringraziare il Redentore ed affidò il compito ad Andrea Palladio, uno dei più illustri esponenti dell’architettura occidentale, che lo portò a termine nel 1592. Dall’epoca, ogni anno viene montato un ponte di barchelungo 330 metri per collegare la chiesa del Redentore, che si trova alla Giudecca, con le Zattere (la riva sud di Dorsoduro), per consentire il pellegrinaggio a piedi.
Il pezzo forte della festa del Redentore a Venezia è costituito dai fuochi d’artificio che si rispecchiano sul bacino di San Marco in programma sabato sera. I veneziani e i turisti attraccano le loro barche decorate l’una vicina all’altra nel bacino o apparecchiano i tavoli lungo la banchina della Giudecca per bere e mangiare piatti tipici veneziani prima che la serata raggiunga il suo momento più emozionante verso le 23.30. La festa poi continua al Lido con musica e balli sulla spiaggia fino all’alba del giorno dopo.
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